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Manfrica, dove l'integrazione è realtà

Andrea Scoppa • 3 dicembre 2024

Il Resto del Carlino

Integrazione e inclusione sono tra le parole più usate e talvolta abusate, poi c’è il Gruppo Manfrica dove il loro significato viene rispettato alla lettera. L’azienda floro-vivaistica con sede a Tolentino, grazie alla sua e icienza e qualità nei servizi, sta espandendo o erta e ricavi e nel contempo sta “valicando i confini”, sia come destinatari dei prodotti che come personale interno. Attualmente infatti vi sono 12 operai e addetti di nazionalità straniera tra senegalesi, rumeni, nigeriani e ragazzi provenienti dal Bangladesh. Nel Gruppo Manfrica integrazione e inclusione non sono solo sbandierate a parole ma sono realtà quotidiana. Con tanto di contratti a tempo indeterminato a certificare la bontà e la serietà del modus operandi. Il responsabile del vivaio Christian Mengani delinea la politica aziendale di Manfrica.”Siamo stati bravi e fortunati ad aver trovato persone così a idabili. La loro presenza ti apre mentalmente, scopri culture diverse. In azienda ci siamo adoperati per creare spazi a loro riservati come la sala ristoro, confortevole e correlata di tutti gli elettrodomestici utili ad agevolare la pausa pranzo. Vogliamo che lavorino in assoluta sicurezza con tutti i sistemi di protezione previsti dalle norme e abbiamo fornito il miglior abbigliamento possibile. Svolgiamo nel corso dell’anno corsi di aggiornamento sulla sicurezza, corsi motivazionali e a breve dovrebbero cominciare le lezioni in lingua italiana per chi ne ha carenza. E la nostra ricerca di personale continua, non solo perchè abbiamo tante opere richieste da comuni e privati, ma anche perchè stiamo organizzando il vivaio per sviluppare la vendita al dettaglio”. Tra chi lavora per Manfrica c’è il nigeriano Peter Ijuwa che nel suo paese era scultore ed ora fa consegne, guida il sollevatore telescopico e, proprio per la sua costanza e attenzione, è diventato prima il Capo Squadra del vivaio ed ora il Rappresentate dei lavoratori per la sicurezza. “Mi piace la natura, in Nigeria c’è molto verde e da Manfrica mi sento a casa. Fra di noi ci chiamiamo i manfricani e non posso che dire grazie all’azienda per il trattamento che riceviamo. Manfrica mi ha stabilizzato con un contratto a tempo indeterminato e mi sta facendo crescere come responsabilità e incarichi. L’azienda si sta adoperando per farmi trovare una casa più grande al fine di poter ottenere il ricongiungimento familiare”. Tra i veterani c’è Omar Mbengue Serigne, 47enne senegalese operaio di Manfrica dal 2014 ed anche lui assunto a tempo indeterminato. “Io ho fatto di tutto in azienda anche se principalmente mi occupo di piantumazioni. Spesso non sembra nemmeno un lavoro perché mi piace quello che faccio e i titolari sono bravi e seri. Tra i lavori eseguiti che più mi sono piaciuti dico l’impianto di irrigazione che abbiamo realizzato al Resort Numana Blu e recentemente i giardini Coletti a San Severino. Io abito a San Severino, anzi mi sento de Sansivirì! E’ mia intenzione portare in Italia la famiglia ed integrare anche loro in questa splendida realtà”. Testimonianze che confermano l’ottimo clima aziendale che, unitamente alla soddisfazione dei clienti, garantiscono al Gruppo Manfrica un costante sviluppo.

Autore: Davide Ambu 3 settembre 2025
Il Resto del Carlino
Autore: Andrea Scoppa 22 settembre 2024
Tra le firme d'autore che hanno contribuito a regalare a Tolentino e a tutto il territorio una struttura di rigogliosa bellezza come Interno Marche, c'è la mano di Manfrica. L'azienda con sede in Contrada Abbadia di Fiastra, esperienza più che ventennale nel settore floro-vivaistico e riferimento nella realizzazione e manutenzione del verde in aree pubbliche e private, ha curato lo sfarzo “verde” del primo Design Experience Hotel delle Marche per 7 mesi, da novembre a maggio. Ha impiegato una decina di persone tra operai e tecnici per interventi che hanno riguardato ben 1500 metri quadrati di verde fuori ma anche dentro la struttura, 180 mq solo di giardino pensile, per il quale la Manfrica è l’installatore ufficiale certificato della ditta Harpo. Lavori svolti, ancora una volta, sotto la direzione e la progettazione dell’agronoma paesaggista Luigina Giordani. Manfrica ha provveduto a fioriere in acciaio corten, pavimentazioni drenanti, impianto di irrigazione e naturalmente la messa a dimora di tante piante e arbusti. Una attività certosina, vecchio stampo, vale a dire tanta manualità e tutto rigorosamente su misura. Ortensie, aceri giapponesi, ginkgo biloba, cornus florida: una sorta di giardino botanico che impreziosisce la struttura inaugurata il 15 maggio e che racconta 60 anni di design italiano nella villa liberty che fu sede di Nazareno Gabrielli e Poltrona Frau. Manfrica ha colpito e stupito per la ricerca di piante tanto diverse quanto rare e belle. Ad esempio la Sophora secundiflora , delle montagne di Texas e Messico che produce grappoli di fiori lilla come il glicine. Oppure l’ Acero freemani autumn blaze , un albero di grandi dimensioni e quindi molto complesso da porre a dimora su un giardino pensile. La competenza, la qualità, la serietà, l’attenzione ai dettagli e l’amore per il verde sono state forse esemplificate dal nuovo giardino pensile, di difficile realizzazione poiché la piantumazione è avvenuta con forte pendenza del terreno. La Moschini spa è molto soddisfatta del lavoro di Manfrica. L'azienda ha soddisfatto appieno anche ORAstudio che ha curato il progetto architettonico e di interior design di Interno Marche. Claudio Tombolini e Cristiana Antonini aggiungono: “Grazie anche a Manfrica l’intervento ha permesso il recupero e il ridisegno del grande parco che circonda Villa Gabrielli, inserendo così l'edificio in un contorno paesaggistico di grande pregio. Abbiamo inoltre adottato un modello di “ricostruzione sostenibile”, che rende Interno Marche il primo edificio al mondo certificato GBC Historic Building Platinum, e uno dei tre hotel al mondo certificato Leed for Hospitality Platinum, a dimostrazione che si può fare un intervento di architettura contemporanea in un edificio storico, coniugando il lato estetico e poetico con quello tecnico”.
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